Insomma arrivo a questa pizzeria ché dal sito mi pare che ci tengano parecchio al celiaco.
Arrivo e dico alla tipa dietro il bancone Un tavolo per due. Mi avvicino, per non dare nell’occhio agli altri clienti, e le dico una cosa a voce bassa, con fare colpevole.
Lei mi dice Eh?
Allora glielo ripeto alzando di poco la voce: uno dei due è celiaco.
Va benissimo!, mi grida la signora. E io pensavo che la cosa le bastasse, ma ovviamente non poteva essere così. Chi dei due è celiaco?, mi domanda.
Io, guardandomi un po’ in giro circospetto, mi indico. La tizia è ancora più allegra, e io mi stupisco che la notizia della mia intolleranza le abbia provocato tanta gioia. Volevo dirle anche del diabete di mia madre, così, tanto per farla divertire ancora un po’, ma lei mi interrompe subito asserendo: Ti divertirai!
Mi divertirò. Stasera si ride, penso.
E già un po’, a istinto, mi veniva da piangere.
Mi indica a un tizio ben vestito che mi dice Seguitemi e mi porta tra tavoli gremiti di gente che io penso Porco glutine, si mangerà proprio bene qui. Il tipo ben vestito mi indica a un’altra tizia, anche lei ben vestita, che mi porta a un tavolino attaccato a un altro tavolino dove ci sono due ragazze che attendevano le pizze. Ma ormai ci sono abituato, ché Milano è una città democratica, e nei locali vige la politica che non puoi dire un tuo cazzo senza che uno sconosciuto accanto non si possa fare un’opinione su di te.
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