– Volete un tavolo? Preferite dentro o fuori?
– Va bene anche dentro.
– No, fuori si sta meglio. Venite.
Premetto subito che il servizio, al ristorante pizzeria I due pini, non è stato il massimo. Ma i camerieri esuberanti, poco accorti, un po’ giggioni se a Milano sarebbero riprovevoli, qui si dicono caratteristici.
Sono tornato a Napoli, e per una serie fortuita di casi mi sono trovato in un paesino, Cercola, a mangiare la pizza celiaca migliore mai assaggiata finora.
Certo, il mio giudizio sarà viziato dal fatto che torno da Milano, e ogni cosa qui ha un altro sapore – la mozzarella è mozzarella e il pomodoro è pomodoro; sarà che lì non ho mai trovato una pizza con il cornicione gonfio invece che piatto e senza profondità; sarà che l’ultima pizzeria a Milano è stata una tale esperienza che, per lo spavento, quando la racconto mi tengo il portafogli; fatto sta che la Margherita, ai due pini di Cercola, è stata una delizia.
L’ho ordinata assieme ad altre margherite – normali – a un po’ di birre e una bottiglia d’acqua naturale. Ché a differenza dell’ultima pizzeria, l’acqua non l’hanno portata subito a tavola, ma abbiamo dovuta ordinarla noi! E già, capendo questo, ho iniziato a rilassarmi.
Meglio ancora… non ce l’hanno portata proprio! Se ne son dimenticati e abbiamo dovuto ordinarla di nuovo.
La prima cosa che salta all’occhio, infatti, è che la politica dei camerieri di questo locale è quella di fare come cazzo pare a loro.
Arriva la margherita senza glutine, e poco dopo anche le altre quattro. Vedo subito che la differenza estetica tra le pizze col glutine e quelle senza è minima. Tanto che quelle celiache le mettono in un piatto separato per farle riconoscere ai camerieri. L’assaggio. Gli altri iniziano a chiacchierare. Io godo e taccio.
COMMENTI RECENTI