Non è facile essere celiaco a Napoli, e allora mi sono trasferito a Milano.
Sono sempre stato un illuso.
Tanto per fare un esempio.
Come può un napoletano stare senza pizza?
Ma a Milano, diversamente da quanto pensavo, non ci sono tante pizzerie che fanno “la celiaca”.
Facendo un accurato studio preventivo su internet, calcolando la facilità di raggiungerle e i commenti degli utenti, ho provato alcune pizzerie milanesi. La prima è stata La rosa antica, che però si chiama anche Panta Rei Club e quindi mi ha reso un po’ complesse le ricerche su google. Ha molti pregi. Si trova non lontano dalla fermata della metro di Moscova, perfetta anche per una passeggiata post-cena; ha spesso musica live; i prezzi non sono esagerati e sono accuratamente riportati tutti sul sito; il sito ha la musichetta di Mary & Max. E non è poco. Se non fosse che – ma lo so, è solo un dettaglio – la pizza celiaca non è che sia proprio buona buona.
Secondo tentativo: Ristorante Pizzeria Bebop. Già meglio. Raffinato, elegante, attento non solo ai celiaci ma anche ai vegetariani. Anche in questo caso non troppo difficile da raggiungere con i mezzi (il tram numero 9, alla fermata Col di lana, ti porta praticamente accanto al ristorante). Ho trovato la pizza migliore rispetto a quella del Panta Rei, e credo di aver capito che anche quella per non celiaci non è male. Occhio però ai prezzi, un po’ più alti rispetto all’altra pizzeria. In entrambi i casi è meglio avvisare che sta per arrivare un celiaco, che loro si preparano psicologicamente. Al Bebop addirittura bisogna ricordarlo quando si arriva all’ingresso da dove poi vi viene dato il tavolo. Una volta non l’ho fatto e sono stato cazziato (ma avranno le loro buone ragioni).
Ultimo tentativo: ho da poco scoperto che anche la catena Rossopomodoro ha una convenzione con la Scharr e fa pizze per gente strana. Essendo un franchising, non tutti i Rossopomodoro milanesi hanno aderito. Per ora l’unico che son sicuro abbia pizza per noi è quello in Porta Romana (anche in questo caso, il tram 9 ferma proprio accanto alla pizzeria. Maledetto bastardo, ogni volta che prendo questo mezzo scendo con una fame…).
Il Rossopomodoro ha un pregio: non bisogna prenotare. Io arrivo là, dico che son celiaco, e il cameriere, che evidentemente non ci tiene a farmi sentire a mio agio, mi dà un menu minuscolo – tipo i volantini dei kebabari – che tutti i miei amici non celiaci mi pigliano per il culo.
Ora, in questa pizzeria è accaduto un fatto strano. La prima volta che ci sono andato mi è stata portata una verace (che ricalca un po’ la margherita napoletana) piccolissima – che faceva pandant con il menu. A dispetto della dimensione la pizza non era affatto male. Tanto che, casualmente, ci son tornato il giorno successivo. Da quel giorno in poi la pizza l’han cambiata. Stavolta le dimensioni sono normali ma il sapore è meno buono – anche se poi viene salvato dagli ingredienti di condimento.
Mi ricordava tanto la storia di quella mia zia che, la prima volta che ebbe suo genero a pranzo, gli versò da bere in bicchieri di cristallo. La seconda volta in quelli di vetro, la terza nei bicchieri della nutella.